Risultando all’interrogante che:
la società Tuscania Bioenergia srl ha presentato alla Provincia di Viterbo, in data 9 marzo 2006 (prot. 0021020), regolare progetto definitivo per ottenere l’autorizzazione alla costruzione ed esercizio di una centrale elettrica alimentata esclusivamente a biomasse vergini vegetali/legnose della potenza di 10 MWe ed inferiore a 50 MWt da realizzare nel territorio del Comune di Tuscania (Viterbo), ai sensi del decreto legislativo 387/2003 ed in linea con il Piano energetico regionale;
prima della presentazione della domanda alla Provincia di Viterbo la società Tuscania Bioenergia Srl aveva ottenuto l’approvazione del Comune di Tuscania, con delibera del Consiglio comunale n. 3 del 12 febbraio 2005;
il progetto presentato alla Provincia di Viterbo è perfettamente in linea con le previsioni di legge, ed anzi nella fattispecie non essendo soggetto alla Valutazione di impatto ambientale (VIA) è particolarmente approfondito e dettagliato anche oltre tali previsioni, dato che la società Tuscania Bioenergia srl, sul punto, ha risposto ad una specifica richiesta della Provincia di Viterbo, la quale aveva sollecitato una serie di chiarimenti al progetto, tutti regolarmente forniti, tali da raggiungere un livello di approfondimento e di specificità propri di un progetto definitivo;
la realizzazione di centrali per la produzione di energia elettrica e/o calore alimentate a biomasse vergini vegetali/legnose rientra nelle linee della politica energetica del Governo, trattandosi di fonti di energia assolutamente pulite, in linea con gli standard imposti dal Protocollo di Kyoto, sottoscritti e ratificati dall’Italia;
la prima riunione della Conferenza dei Servizi indetta dalla Provincia di Viterbo per l’esame e l’approvazione del progetto in questione si è svolta in data 8 maggio 2006 e che nella stessa si sono espressi a favore dell’approvazione la Regione Lazio, la ASL ed il Comune di Tuscania (VT); l’ARPA Lazio era assente;
in quella prima riunione il consulente ENEA per la Provincia di Viterbo, dottor Nicola Colonna, ha chiesto alcuni chiarimenti marginali al progetto, tutti inerenti non già alle caratteristiche tecniche dell’impianto, ritenute assolutamente esaustive, bensì all’aspetto dell’approvvigionamento dell’impianto stesso;
la riunione dell’8 maggio 2006 si è conclusa con il rinvio ad altra riunione, da tenere il successivo 19 giugno, e con la precisazione a verbale che tale riunione avrebbe dovuto vertere esclusivamente sull’esame tecnico della documentazione integrativa e sulle eventuali correzioni che fosse stato necessario apportare al progetto, alla luce dell’entrata in vigore, medio termine, del nuovo decreto legislativo 152/2006;
nella Conferenza dei Servizi del 19 giugno (alla quale era di nuovo assente il rappresentante di ARPA Lazio) il dottor Colonna ha evidenziato un esauriente dettaglio tecnico della documentazione prodotta rispetto ai punti richiesti;
il signor Augusto Ciccioli, Assessore all’ambiente della nuova amministrazione del Comune di Tuscania (medio tempore insediatasi a seguito delle elezioni locali del maggio 2006), durante lo svolgimento della seconda Conferenza dei servizi del 19 giugno 2006, ha comunicato la contrarietà del nuovo Consiglio comunale alla realizzazione di tale impianto, non producendo tuttavia alcun atto deliberativo, ma limitandosi ad indicare un numero di una presunta delibera (n. 45 del 17 giugno 2006), ed affermare che essa non era stata ancora materialmente scritta e ad impegnarsi di trasmetterne copia, non appena fosse stata scritta, alla Provincia di Viterbo;
la copia di tale delibera del Consiglio comunale di Tuscania non è mai stata inviata alla Provincia di Viterbo, e che quest’ultima è rimasta inerte per molti mesi senza richiederne la trasmissione né adottare alcun provvedimento conclusivo della Conferenza dei Servizi;
in data 5 gennaio 2007 è stata presentata alla Provincia di Viterbo un'interrogazione scritta da parte di un Consigliere provinciale, volta a conoscere i motivi per cui la Provincia di Viterbo era rimasta colpevolmente inerte, senza sollecitare il Comune di Tuscania a trasmettere la delibera appena citata, senza dare alcuna comunicazione alla società richiedente e soprattutto senza adottare alcun provvedimento conclusivo del procedimento amministrativo, pur dovuto;
a tale interrogazione scritta rivolta al Presidente della Provincia, ha risposto invece il Responsabile unico del procedimento (RUP);
soltanto a seguito della presentazione di tale interrogazione la Provincia di Viterbo ha chiarito per iscritto, con lettera prot. 3875 in data 16 gennaio 2007 a firma del R.U.P dott.ssa Mara Ciambella, che: 1) la copia della delibera del Comune di Tuscania n. 45 del 17 giugno 2006 era pervenuta in Provincia soltanto in data 11 gennaio 2007; 2) il parere dell’ARPA Lazio pur assente ad entrambe le Conferenze dei servizi, contenente le prescrizioni tecniche da allegare all’autorizzazione conclusiva della Conferenza, era stato inviato dopo circa cinque mesi via fax alla Provincia in data 14 novembre 2006 come risulta dal protocollo in uscita dell’ARPA Lazio; 3) non era stato adottato alcun provvedimento conclusivo né inviata alcuna comunicazione alla società in quanto la Provincia era in attesa di ricevere i due documenti (parere ARPA Lazio e delibera del Consiglio comunale);
soltanto con provvedimento dirigenziale n. 41/29/G del 6 febbraio 2007, trasmesso agli interessati con lettera prot. 11574 in pari data, la Provincia di Viterbo ha formalmente concluso il procedimento amministrativo instauratosi a seguito della presentazione del progetto e della domanda di autorizzazione da parte della società Tuscania Bioenergia, deliberando, nell’ordine, di: a) prendere atto della volontà negativa alla realizzazione della centrale espressa dalla nuova amministrazione comunale di Tuscania; b) concludere l’istruttoria con esito favorevole sotto l’aspetto tecnico; c) non poter procedere all’adozione del provvedimento autorizzativi finale, stante il parere negativo del Comune interessato;
dal provvedimento dirigenziale n. 41/29/G del 6 febbraio 2007, al quale è allegata copia del parere trasmesso dall’ARPA Lazio alla Provincia in data 14 novembre 2006, si legge che in quella data l’ARPA aveva “nuovamente trasmesso” alla Provincia le sue osservazioni tecniche, segno che le stesse osservazioni erano già state trasmesse in precedenza;
constatando che:
detto provvedimento appare viziato gravemente in quanto la Provincia di Viterbo aveva il potere ed il dovere di adottare comunque l’autorizzazione richiesta, essendo il relativo potere per legge delegato proprio alla sola Provincia, anche a prescindere da eventuali pareri negativi di altre amministrazioni, peraltro nella fattispecie intervenuti tardivamente;
la conclusione dell’iter di cui sopra appare assai poco opportuna, considerato che la realizzazione di centrali elettriche alimentate con fonti alternative pulite è ormai divenuta una priorità non soltanto a livello nazionale, ma anche mondiale, visti i recenti preoccupanti studi pubblicati sul futuro scenario ambientale del pianeta (effetto serra, sconvolgimento del clima, innalzamento delle acque, eccetera),
si chiede di sapere:
per quale motivo un progetto che soddisfa tutti i requisiti di legge, finalizzato alla costruzione di una piccola centrale elettrica alimentata nella fattispecie da biomasse vergini vegetali/legnose, sia stato tanto osteggiato, visto che la realizzazione di centrali ad energia pulita rappresenta un importante investimento per il futuro al fine di limitare i costi ambientali destinati a colpire le prossime generazioni;
quali siano i motivi che hanno spinto la nuova amministrazione del Comune di Tuscania ad affossare politicamente un progetto tecnicamente giudicato inappuntabile dalla Provincia di Viterbo (con determinazione dirigenziale n. 41/29/G del 6 febbraio 2007);
per quale motivo la Provincia di Viterbo non si sia fatta carico di sollecitare il Comune di Tuscania al rispetto dei termini imposti dalla legge, sollecitando la trasmissione di una delibera del Consiglio comunale che è pervenuta in Provincia soltanto a distanza di circa otto mesi dalla sua approvazione;
per quale motivo la nuova amministrazione del Comune di Tuscania non abbia valutato le ricadute sociali/economiche e lavorative, certamente positive, sul territorio, contenute nell’apposita convenzione bilaterale approvata dalla precedente amministrazione con delibera n. 22 del 18 maggio 2005, visto che la realizzazione e la gestione della centrale a biomasse rappresenta un’importante occasione di lavoro, sia per la manodopera locale che per la filiera dei produttori di biomasse da destinare alla realizzanda centrale;
quali siano i motivi per i quali la Provincia di Viterbo ha affermato di aver ricevuto le prescrizioni tecniche dall’ARPA Lazio solo in data 14 novembre 2006, mentre sembra, dalla dicitura del documento, che fossero state già trasmesse dall’ARPA in epoca ben precedente ed inoltre per quale motivo la Provincia di Viterbo si sia attivata ed abbia concluso la Conferenza dei servizi soltanto a seguito di una interrogazione scritta presentata da un Consigliere provinciale dell’opposizione;
infine, per quale motivo questo procedimento amministrativo sia durato circa undici mesi, quando invece avrebbe dovuto concludersi per legge in 90 giorni.