L’accoglienza ai rifugiati è una realtà da affrontare non un’emergenza, ovvero un obbligo, che l’Italia ha sottoscritto nei trattati internazionali, come quello di Dublino.http://www.camera.it/_bicamerali/schengen/fonti/convdubl.htm. Convenzione sulla determinazione dello stato competente per l’esame di una domanda di asilo presentata in uno degli stati membri delle Comunità Europee con l‘obiettivo di armonizzare le politiche in materia di asilo, fissato dal Consiglio europeo di Strasburgo dell’8 e 9 dicembre 1989.
Superato il “perché” si “deve” dare asilo ai rifugiati, affrontiamo ora con approccio pragmatico il “come”, considerando gli strumenti che ci sono e come funzionano.
Lo stato Italiano per affrontare il problema dei rifugiati ha scelto un sistema di protezione dei richiedenti asilo e rifugiati diffuso e sostenibile.SPRAR: Il Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati. http://www.sprar.it/
«Per dare maggiore stabilità ai servizi di accoglienza già avviati e semplificare il procedimento di accesso al finanziamento da parte di nuovi enti locali»: sono gli obiettivi del decreto del ministro dell’Interno del 10 agosto 2016 sulle “Modalità di accesso da parte degli enti locali ai finanziamenti del Fondo nazionale per le politiche ed i servizi dell’asilo per la predisposizione dei servizi di accoglienza per i richiedenti e i beneficiari di protezione internazionale e per i titolari del permesso umanitario, nonché approvazione delle linee guida per il funzionamento del Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (SPRAR)“.
http://www.interno.gov.it/sites/default/files/allegati/presentazione_convegno12102016_new_ag-1.pdf
«L’obiettivo tendenziale» è la «distribuzione equa su 8 mila Comuni», tutti quelli del Paese, delle persone accolte.
I punti chiave: ripartizione su base comunale e provinciale (numero di abitanti), volontaria e «scalabile» («per gestire eventuali variazioni numeriche»); meccanismo di accesso permanente allo SPRAR in base al decreto del 10 agosto 2016;
Ora la domanda è perchè i cittadini dovrebbero chiedere ai comuni di aderire allo SPRAR? http://viedifuga.org/bando-sprar-2016-2017-i-numeri-del-flop/
- Il piano di riparto proposto da ANCI mantiene la possibilità di accogliere su tutto il territorio nazionale una media massima di 2,5 migranti ogni mille abitanti
- i Comuni aderenti allo SPRAR o che intendono aderirvi sono da considerarsi esenti da altre forme di accoglienza; i «centri di accoglienza temporanea» presenti sul territorio dei Comuni aderenti allo SPRAR sono da ridurre gradualmente o da ricondurre, «qualora possibile», a strutture della stessa rete SPRAR.
- Esiste la “clausola di salvaguardia” inserita in una direttiva ministeriale a ottobre che offre la possibilità di non calcolare, nei Comuni, le spese per il personale impegnato nei progetti SPRAR ai fini dei tetti di spesa e di nuove assunzioni
http://storie.valigiablu.it/migranti/
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