L’Associazione Caponnetto denuncia il silenzio

Associazione per la lotta contro le illegalità e le mafie
“Antonino Caponnetto”


L’operazione “El Dorado” http://www.tusciaweb.eu/2013/05/seicentomila-euro-della-ndrangheta-investiti-nella-tuscia/  portata avanti dalla Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria ha non solo
messo in evidenza la presenza e le modalità di azione delle ‘ndrine sul territorio viterbese, ma ha anche, e
soprattutto, acceso i riflettori su quanto andiamo denunciando da anni ovvero come e quanto la criminalità
organizzata di stampo mafioso sia radicata nel territorio dell’Alto Lazio e come ne influenzi l’economia.
Una situazione che ha trovato terreno fertile nell’ostentato negazionismo delle istituzioni, a partire da quelle
locali sino ad arrivare al Prefetto e al Ministro dell’Interno che solo un anno fa, in occasione della firma del
Protocollo della Legalità legato alla realizzazione dell’Autostrada Tirrenica, parlavano di Viterbo come di un
territorio sano che non destava preoccupazioni.
Eppure la cronaca degli ultimi anni ha visto succedersi sia numerosi eventi definiti in gergo “reati spia” quali
attentati incendiari, estorsioni, appalti pilotati etc, sia vere e proprie operazioni antimafia e/o arresti di affiliati
alle varie “famiglie”, che rendevano bene evidente la gravità della situazione e la pluralità di interessi
criminali di cui il territorio era ed è fatto oggetto.
Non possiamo sapere se l’ostentato negazionismo fosse figlio di incapacità, di paura o di collusione; certo è
che persistere nel negare il fenomeno e non assumere condotte e provvedimenti conseguenti non può che
configurarsi come una latente complicità a tale situazione.
Per questo auspichiamo che le Istituzioni tutte, procure, prefetture, enti locali e la stessa Regione, ognuno
per la propria competenza, prendano spunto da quanto accaduto per alzare il livello di guardia
incominciando a leggere quanto accade non più come singolo episodio, ma come sintomo di una più estesa
patologia ed attivando più stringenti controlli ed indagini, soprattutto in campo patrimoniale.
Un impegno, quello di contrasto alle mafie, che non può prescindere, inoltre, dal porsi a garante delle legalità
costituendosi parte civile nelle aule di giustizia; azione che la nostra Associazione preannuncia in questa
vicenda e che auspichiamo sia condotta anche dagli enti locali interessati.
Abbiamo avuto già modo di dire che per contrastare le mafie non sono sufficienti celebrazioni e lezioncine di
legalità, ma servono azioni concrete di prevenzione del fenomeno: l’antimafia non si enuncia, ma si pratica
e, purtroppo, nell’Alto Lazio tra le istituzioni a praticarla sono ancora troppi pochi.
E il grave grado di radicamento delle mafie nell’Alto Lazio, di cui l’operazione El Dorado è solo un aspetto, è
lì a dimostrarlo.
Civitavecchia, 11 maggio 2013
La Segreteria
Per contatti: [email protected]

http://www.comitato-antimafia-lt.org/