Quante inesattezze negli articoli di stampa e nelle dichiarazioni degli esponenti politici che in questi giorni si stanno affannando ad esprimere il loro sostegno al progetto ANAS di completamento della SS675, alcuni sostenendo, addirittura, che tale opera risulta incompiuta per colpa degli ambientalisti.
Un asserzione, quest’ultima, fatta per coprire le proprie responsabilità.
Lo sanno, infatti, anche i sassi che l’opera in questione è sottoposta alla Legge Obiettivo (L. 443/2001) la cui caratteristica è di arrogarsi il potere di decidere e realizzare le opere definite di preminente interesse nazionale, di cui la SS fa parte come parte conclusiva del corridoio 5 “Kiev – Venezia – Civitavecchia”, senza il consenso degli enti locali e ascoltando a malapena quello della Regioni; figuriamoci quanto può contare il parere delle associazioni ambientaliste!
In realtà se la trasversale Orte Civitavecchia non è stata realizzata si deve solo all’inerzia della politica e dei tanti scandali sulle opere pubbliche che in questi anni si sono susseguiti e la responsabilità dei quali non lascia certo esenti le forze politiche quasi al completo.
Diversi sono stati in questi anni i tracciati presentati, tra cui il Viola nel 2007, il cui progetto definitivo era stato anche approvato ma non finanziato, il Blu nel 2011, come studio di fattibilità dalla Regione Lazio, infine il Rosso presentato dalla provincia di Viterbo, fino ad arrivare, ai giorni nostri, a quello Verde, proposto dall’ANAS, che , in questa fase, stiamo contestando, perchè taglierà in due la vallata del Mignone.
Tracciati progettati, e subito dopo scartati per diverse criticità (eccessiva franosità dei terreni, vincoli archeologici, etc), su cui si è speso un mucchio di soldi per non arrivare a nulla dopo 20 anni; colpa degli ambientalisti o di una burocrazia politica che sulle progettazioni improbabili si arricchisce?
E le spese, a quanto pare, non sono di certo finite con il tracciato verde, che, per doverosa informazione, ricordiamo essere costato fino ad ora (siamo solo al progetto preliminare) ben due milioni di euro di cui uno dell’Unione Europea e l’altro dall’Autorità Portuale. Una spesa enorme per progettare 18 km che finiscono, e questo non traspare dagli interventi dei diversi esponenti politici, ad altezza della località Montericcio, a Tarquinia a 3 km da quello attuale con l’SS Aurelia bis, dunque non direttamente a Civitavecchia.
Un capolavoro della moderna logistica, oltre che della viabilità sostenibile!
Vale inoltre, sempre per dovere di informazione, chiarire che il progetto è ancora una proposta e non ha assolutamente alcuna copertura economica e la colpa di ciò è sempre degli stessi politici, di cui i nostri sono esemplari di razza, e non certo dei cittadini che, sulle strade indecenti, continuano a morire di incidenti stradali.
Ancora una volta, purtroppo, all’approfondimento e al confronto, si è preferita la polemica da utilizzare a proprio uso e consumo, mentre, come al solito la popolazione viene tenuta all’oscuro di tutto e piuttosto che fornirle i giusti strumenti per comprendere le modifiche a cui è sottoposto il territorio, viene fomentata sul sempre buono ricatto del mancato sviluppo e dell’occupazione per utilizzarla come propria tifoseria.
L’unico aggiornamento alla favola della trasversale è il capitolo, recente, del tracciato Verde che Anas ha presentato alla VIA come progetto preliminare. Ci sembra strano che ”eminenti esponenti politici” del territorio non sappiano che la procedura è ben diversa da quella su cui si vorrebbe fare polemica; il progetto preliminare prevede una fase in cui vengono recepite tutte le osservazioni che poi vengono rimesse alla conferenza dei servizi, la quale decide se apportare o meno delle prescrizioni al provvedimento CIPE in elaborazione.
Conferenza dei servizi nella quale il comune di Tarquinia ha già espresso il proprio parere sfavorevole alla localizzazione dell’opera; ma anche questo deve essere sfuggito ai polemici di turno, quasi tutti dello stesso partito del Primo Cittadino tarquiniese, che preferiscono parlare piuttosto che verificare.
Oggi si parla della SS 675 – tratta Monteromano Tarquinia, solo perché cittadini, comitati e associazioni hanno inviato le proprie osservazioni al Ministero per la VIA (l’avviso della pubblicazione è del 2 Agosto 2015), hanno cercato di informare e coinvolgere la popolazione e sono interlocutori riconosciuti all’interno di un tavolo tecnico di analisi dei tracciati con il comune di Tarquinia e Anas, che, dopo l’ennesimo scossone di scandali e arresti, ha ritenuto più salutare il confronto con il territorio, piuttosto che rimanere sul piedistallo del “preminente interesse nazionale”.
Probabilmente ciò che si vuole criticare, invece di apprezzarlo, è che una grande opera si può anche discutere con i cittadini in maniera pacata, confrontarsi con progettisti capaci di ascoltare le esigenze di un territorio e, se vi sono possibilità, prevedere modifiche al tracciato per evitare danni ambientali e paesaggistici.
Un modello di dibattito aperto sulle grandi opere che esiste solo in Francia (débat public) finora assente in Italia, che si sta tentando di abbracciare, anche su suggerimento del presidente dell’Autorità Anticorruzione Raffaele Cantone, per cercare di uscire da un lungo periodo di schiacciamento dell’opinione di chi vive nei territori interessati dalla superstrada per cercare di tutelare il territorio e, nel contempo, evitare inutili sprechi di soldi pubblici, ragionando su tracciati meno impattanti. A noi sembra che valga di più di una polemica.
A giorni, comunque, organizzeremo una conferenza stampa proprio a Civitavecchia per spiegare meglio la posizione dei comitati e delle associazioni ambientaliste sul progetto preliminare Anas attualmente in Valutazione d’Impatto Ambientale, dove si avrà la possibilità di mostrare le osservazioni inviate nelle quali sono sintetizzate le diverse e innumerevoli criticità del tracciato.
Comitato per il diritto alla mobilità di Tarquinia
Forum Ambientalista – Vice presidente Simona Ricotti
Roberta Galletta – Italia Nostra Sezione di Civitavecchia
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