Comitato per il Diritto alla Mobilità di Tarquinia
Cristo si è fermato a Eboli, la Tirrenica si fermerà a Tarquinia.
La Tirrenica non si farà! Chi lo dice è il socio maggioritario di SAT, Autostrade per l’Italia, un’opera che non conviene e non interessa più.
Questa è una buona notizia, per la Maremma, per il territorio e siamo felici che finalmente si sia ammesso che quest’opera oltre che devastante era inutile e costosa.
Oggi non lo dicono più solo gli ambientalisti, i residenti, quelli del No come li chiama qualcuno con superficialità, ma gli stessi che quest’autostrada l’avrebbero dovuta realizzare. Non lo ammettono in questi termini, ma ammettono che per loro l’investimento non è più conveniente, svelando le vere ragioni che da sempre hanno spinto i sostenitori della Tirrenica a dire sì, quando era cristallino già da tempo che il traffico di mezzi giornalieri era molto al di sotto delle stime da loro stessi previste.
Inutile dire ve l’avevamo detto.
E’ importante invece dire che se è vero che la Tirrenica non è mai stata necessaria e che sarebbe bastata la messa in sicurezza della Statale Aurelia, peraltro già sicura in gran parte del tratto, come risolviamo la questione di Tarquinia del lotto 6A?
Qui hanno già iniziato i lavori con la benedizione convinta dell’Amministrazione comunale di Tarquinia, della Provincia di Viterbo e della Regione Lazio. Qui hanno previsto una viabilità alternativa frammentata e inadeguata che permetterà loro di pedaggiare tutto il traffico proveniente dalla A12 e dal porto di Civitavecchia dritto dentro la nuova autostrada.
Qui l’autostrada conviene ancora, qui si farà.
Tarquinia sola pagherà il prezzo di scelte la cui cecità e malafede è ormai palese.
Il raccordo tra la bretella e il distributore AGIP, il ponte sostitutivo sul fiume Mignone sono nella variante del lotto 6B, ormai carta morta, non ci sono mai stati e mai ci saranno; i lavori procedono a rilento e i residenti subiscono ormai da due anni disagi e rischi insostenibili; le ditte e le aziende che hanno ruotato intorno ai lavori della Tirrenica spesso non sono state pagate; l’autostrada che avrebbe dovuto rilanciare il territorio si è rivelata per quello che è sempre stata, una palese fregatura.
Di questo dobbiamo chiedere conto a chi ci ha male amministrato, e se non possiamo sperare in un’ammissione di responsabilità, chiediamo almeno che ora si cambi rotta, che i nostri Amministratori facciano tutto quello che è in loro potere per chiedere di fermare anche il lotto 6A e usare quanto fatto finora per la messa in sicurezza dell’Aurelia.
E se ancora oggi non lo vogliono fare, allora che si dimettano.
Ora più che mai serve che Tarquinia alzi la testa e chi fino ad ora non ha voluto vedere si indigni e difenda il proprio territorio, ridotto a vittima sacrificale per l’avidità di pochi.
Per queste ragioni il Comitato per il diritto alla mobilità di Tarquinia aderirà al “No Sat Day”, una manifestazione che si terrà il 26 ottobre e che unirà tutti i comitati, i movimenti, le forze politiche e le associazioni in una carovana di auto che partiranno dalle due estremità del tratto interessato dal progetto autostradale (Rosignano e Civitavecchia) per convergere a Grosseto per una manifestazione in Piazza Dante.
Il sindaco di Civitavecchia, Livorno e Suvereto hanno dato già la loro adesione, il sindaco di Tarquinia che farà? Difenderà come sempre il progetto dell’autostrada, anche oggi che nessuno più ci crede, neanche il suo capo di governo, che l’ha addirittura esclusa dai finanziamenti del decreto sblocca Italia.
Il comitato per il diritto alla mobilità invita tutti a partecipare all’incontro organizzativo di Giovedì 23 Ottobre.
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