Chi non è Grillino scagli la prima pietra. Difficile parlar male della politica dei Grillini per chi non conosce la storia e la curva glicemica dei meet up fino ai giorni nostri. Perchè parlar male di tanti ragazzi e ragazze che si sono messi a disposizione di un cambiamento! Troppo facile essere additati come eccessivi critici e spesso anche come invidiosi, se ti metti a dire che la politica dei grillini non è un modello politico, che non resisterà all’urto della democrazia e che, li manderà tutti a casa se non sapranno fare autocritica.
Il peccato originale di Beppe Grillo è sempre lo stesso urlare affinchè niente entri nelle orecchie di se stesso e del popolo dei Grillini che oggi però non ha bisogno di un motivo per votare, ma sostanza per dimostrare di essere diverso, dopotutto il M5S è arrivato in Parlamento. Di questo voglio parlare, dei limiti (politici) che stanno dimostrando gli eletti del M5S.
Il 30 Maggio sono stata invitata alla camera dei deputati per partecipare ad incontro con alcuni deputati facenti parte della commissione ambiente e trasporti sul tema dell’Autostrada Tirrenica, è stato un viaggio nella politica di 10 anni.
Non vorrei cadere nella narrazione dell’incontro, ma spesso dai piccoli dettagli viene fuori tanta verità!
I deputati del M5S presenti, erano giovani, di una vivace intelligenza, trasmettevano un’ingenuità (non) spontanea, a disposizione del tavolo di discussione. Giovani e puliti, senza cellulari che suonavano.
Sono stati a sentire la storia della Tirrenica ben due ore, scrivendo e facendo domande. Alla fine dell’incontro si è fatta la raccolta dell’email, con chiusura dei lavori, stretta di mano, con un messaggio simile ad un arrivederci.
Allora che cosa non ha funzionato!
Mi è sembrato un incontro sostanzialmente inutile come quelli fatti tante volte con il PD, verdi, azzurri, dove si parla, si racconta una storia che è costata anni di lavoro, di impegno serio, di mille iniziative sul territorio, si accolgono le testimonianze, ma essenzialmente, poi non succede un cavolo, se non l’onore di essere stati ascoltati!
Tutti sanno che in ogni incontro politico ci sono delle attese, le stesse che si aspetterebbero loro (i grillini) se stessero nei tuoi panni, invece, con profonda (tua) delusione non si chiedono dove troverai la volontà di continuare a fare quello sforzo sovra umano per resistere alle mille porcherie, compresa quella che hai appena raccontato.
Una perfetta trasfigurazione dei ruoli, una volta dentro il parlamento, evidentemente si assume lo stesso atteggiamento e vocabolario, sicuramente nel caso del M5S mediato da un atteggiamento meno ostile e impunito: “Non possiamo fare molto…i problemi sono molti…è difficile farsi rispondere dalla commissione, passano mesi, per un proposta peggio ancora!
Siamo disponibili per la presenza nelle manifestazioni, per la presentazione di interrogazioni.
Dunque chi si trova all’opposizione, ha sempre lo stesso atteggiamento politico, i cattivi sono gli altri, le possibilità di cambiare le cose sono sempre troppo poche.
Sconcertante la conclusione, ma infinite sfumature per capire a fondo le dinamiche interne del M5S: I deputati sono stati morbidi fino a quando non hanno dovuto tirare le conclusioni, frettolose, come interpreti di precisi ordini di scuderia.
“Nessuno deve far uscire comunicati non condivisi, la comunicazione deve passare per l’ufficio legale del gruppo”!
Ma quale notizia spaventosa poteva venir fuori da quella stanza, visto che non era successo niente!
A quel punto tutti i pezzi tornavano a posto: come soldatini, erano tutti d’accordo o quasi, peccato però che nessuno abbiano cercato l’effetto benefico dell’ osmosi indispensabile per organizzare qualcosa insieme, evitando che diventi un incontro come tanti altri.
Che cosa c’è di diverso dalle altre partecipazioni, dall’aver parlato per ore, cercando un contatto operativo, di metodo, di prospettiva, che non arriva.
Entri con un fardello pesante, ne esci con uno ancora più pesante.
Non è disfattismo, semplicemente cronaca.
Quello che più stupisce però è sentire frasi del tipo: “Non dobbiamo fare l’errore commesso tante volte, quello di delegare i deputati di fare questo e quello, loro fanno interrogazioni, partecipano alle manifestazioni, ma la battaglia rimane in mano ai cittadini!”
Sembrava satira politica, invece era il condensato di chi rappresentava il M5S sul territorio.
I ragazzi che abbiamo incontrato sembravano ingenui, ma comunque organizzati per tirare le conclusioni, con lo stesso e brutto messaggio che passa come luogo comune, come spaventati all’idea di sbagliare, di non essere abbastanza condivisi.
Hanno un complesso blocco che li rende deludenti, distaccati dalla realtà, il dunque sta proprio in questo: Il M5S non sta con i piedi per terra ma comincia a vivere di politica, di chiacchiere, di cose irreali. Ma forse lo è sempre stato.
Peccato, sentirsi anche davanti a loro, troppo concreti e troppo eversivi! Per loro tu rappresenti il territorio e nessuno te lo tocca, mica vogliono levarti il gusto di pagare tutto te! Se poi riesci ad organizzare una mega manifestazione, loro però vengono e per un momento rappresentano anche quella battaglia, ma poi tutto torna come prima.
Dopotutto una sconfitta.Nessuno vuole fare il perdente, tenere in vita battaglie dure e con pochissime speranze per vincerle.
Ma hanno bisogno di te, di rappresentare qualcosa di reale, perchè il voto del M5S è irreale, assolutamente dissociato dal territorio, per questo il voto amministrativo è totalmente diverso da quello Nazionale.
Il voto del M5S è come un soufflè, appena sfornato si è afflosciato, perchè il voto Nazionale era stato dato a Grillo, alla sua forza mediatica che c’è stata eccome.
Chi conosce la PNL e la capacità comunicativa accumulata da Beppe Grillo capisce bene come sono arrivati tutti quei voti, senza facce vere, senza bisogno di storie vissute, esempi di coerenza e di cambiamento.
Un’altro brutto esempio di delega in bianco!
Il risultato elettorale sulla spinta di una proposta di cambiamento, urlata, impacchettata bene dal comunicatore per eccellenza, diventata negli ultimi giorni, addirittura un voto dato per dispetto, alla politica tradizionale.
Ma sui territori tutti questi voti, tutte queste persone disposte a cambiare dove sono?
Mi assumo la responsabilità di quest’analisi, sicuramente condivisa da tantissimi cittadini che hanno sempre dato tanto per il loro paese, per salvare anche uno solo uncentimetro di terra, di aria e di acqua, oggi testimoni di un modello di cambiamento che gli altri chiamano M5S che se da una parte sembra prendere in mano alcuni temi importanti della vita reale dei cittadini, dall’altra dimostrandolo solo a parole. Tutto per cancellare quello che gli altri hanno fatto, credendo di poterne fare a meno, invece di mettere insieme le forze.
Un vero peccato, domani chi crederà ancora di poter cambiare la realtà dopo averci creduto al punto di votare il M5S?
Meditiamo, sul futuro della politica, partendo dalla realtà, ricordando sempre che per cambiare la politica serve il coraggio di tanti, anche se non sono M5S, serve l’onestà che non può essere in prestito, serve l’umiltà, anche se non va più di moda.
Marzia Marzoli
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