Non bastasse la crisi economica, a mettere sul lastrico le aziende di tutti i comparti produttivi e turistici del paese, spingendole ad una lotta per la sopravvivenza, rendendo impossibile investimenti, benché meno nuovi posti di lavoro, dal 1° Gennaio si aggiunge anche la TARES, contenuta nel decreto salva Italia, ovvero la nuova tassa sui rifiuti che porterà aumenti sulla bolletta di famiglie ed aziende in tutti i comuni d’Italia.
Cos’è la Tares? Con il decreto salva italia (http://www.altalex.com/index.php?idnot=16436) viene introdotta la TARES o Tassa sui rifiuti e sui Servizi o meglio conosciuta come una nuova Tarsu che prenderà il nome di Tassa sui rifuti e sui servizi al posto della Tarsu e della Tassa di igiene ambientale (TIA).
La nuova tassa sui rifiuti e sui servizi viene introdotta per accorpare in un’unica tassa le diverse fasi della gestione dei rifiuti in un’unica tassa indirizzata tutti i destinatari ed utenti potenzialmente in grado di produrre rifiuti al fine di semplificare il prelievo e per regolamentarlo in attuazione del federalismo municipale.La nuova tassa sui rifiuti andrà a finanziarie sia il prelievo previsto per il servizio di smaltimento dei rifiuti svolti dai singoli comuni sia all’amministrazione centrale così come originariamente previsto dal decreto sul federalismo municipale. La legge nasce, a detta dei tecnici dal tentativo di semplificare il processo di imposizione sui rifiuti che finora aveva visto distinto il prelievo tra settore privato e residenziale e commerciale. In tal modo avremo un’unica tassa sia per le gestione, sia per la raccolta, che per lo smaltimento e che abbraccerà sia utenti persone fisiche sia esercizi commerciali.
Come si calcola la nuova Tarsu o TARES
I calcolo avviene con modalità molto simili a quelle previste per la Tarsu in quanto il parametro che definisce la base imponibile è sempre la superficie catastale di cui prenderemo come valore l’80% che ricorda un po’ lo scorporo del valore del terreno da quello dell’immobile ai fini della valutazione della quota di ammortamento degli immobili visto per le società. Per il calcolo si stà in attesa del regolamento ministeriale ma soprattutto di quello comunale annuale che discipline le eventuali maggiorazioni ed esenzioni del tributo. Recita cosi l’articolo 13. Alla tariffa determinata in base alle disposizioni di cui ai commi da 8 a 12, si applica una maggiorazione pari a 0,30 euro per metro quadrato, a copertura dei costi relativi ai servizi indivisibili dei comuni, i quali possono, con deliberazione del consiglio comunale, modificare in aumento la misura della maggiorazione fino a 0,40 euro, anche graduandola in ragione della tipologia dell’immobile e della zona ove è ubicato.Che c’è da sapere ed i pericoli per noi contribuenti
Essendo la Tares un tributo il cui gettito andrà direttametne a finanziare le entrate comunali, il meccanismo di applicazione delle aliquote di imposte permetterà ai Comuni che non hanno raggiunto la copertura per la spesa sostenuta per la raccolta dei rifiuti dovranno aumentare il prelievo richiesto ai cittadini perchè varrà il principio che il costo del servizio per la raccolta dei rifiuti dovrà essere integralmente coperto dal gettito prodotto dalla Tares. Per intenderci e detta in parole povere le eventuali inefficienze di chi gestisce questo processo e servizio di raccolta su cui non possiamo intervenire si riverberaranno direttamente su un aumento della Tares richiesta.
Si ma… quanto ci costa?
Vista la novità del tributo, vale la pena soffermarsi un istante per chiarire in che modo la nuova Tares graverà sul bilancio familiare di ogni singolo cittadino. In prima battuta, è d’obbligo chiarire subito che sarà sicuramente più onerosa della vecchia Tarsu e della Tia, poiché dovrà assolvere ad una triplice funzione. Infatti, oltre a coprire l’importo delle attuali tasse per i rifiuti, la Tares dovrà:
-garantire la totale copertura dell’onere sostenuto per l’annesso servizio;
-assicurare un introito aggiuntivo pari a 30 centesimi a metro quadrato per finanziare i servizi indivisibili.
Per quest’ultimo aspetto, si deve precisare che l’incremento dei 30 centesimi potrà essere innalzato dai comuni fino a 10 centesimi in più. In buona sostanza, le prime tre rate del 2013 (gennaio, aprile e giugno) saranno calcolate considerando l’incremento di 30 centesimi a metro quadrato. Sulla rata di dicembre infine, ci sarà la resa dei conti con rispettivi conguagli, laddove i vari comuni decidessero di applicare l’aumento unitario di 10 centesimi per ogni metro quadrato.
Un calcolo approssimativo? Per le famiglie si tratterà di un aumento che potrà andare dalle 30 alle 100 euro, e accadrà come per l’IMU con soluzione di conguaglio a Dicembre ,emtre la priam rata ci sarà ad Aprile.
Per le aziende invece sarà una vera batosta, un capannone potrà pagare anche 1000 euro in piu! Un’attività di grande superficie anche 2000/ 3000 euro.
I comuni ben felici di gestire una tassa che gli permetterà molta liquidità, non dovranno fare l’errore di strozzare le aziende già gravemente offese dalla crisi, ma al contrario trovare spazio e rimedi nel regolamento ministeriale e comunale che in questi giorni si stà scrivendo, che evitino aumenti assurdi ed insostenibili.
Il decreto salva Italia porta con se tanti sacrifici economici, che purtroppo si stanno traducendo in una vera e propria crisi economica, dove tutto si ferma, la crescita ma anche la più essenziale sopravvivenza delle aziende che non potranno fare altro che licenziare personale e poi chiudere definitivamente. Se questo è salvare l’Italia!
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