Petizione al sindaco di Civitavecchia per l’inserimento delle prescrizioni a tutela della salute della popolazione nell’Aia della centrale a carbone di TVN –

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petizione prescrizioni AIA

Al Sindaco del Comune di Civitavecchia

Avv. Pietro Tidei

 

Agli Assessori del Comune di Civitavecchia

Ai Consiglieri comunali

 

I sottoscritti cittadini di Civitavecchia e dell’Alto Lazio

premesso

che è in corso di svolgimento il procedimento per il rinnovo dell’autorizzazione integrata ambientale (AIA) per l’esercizio della centrale termoelettrica di Torrevaldaliga Nord di proprietà di ENEL spa

che nell’ambito dei procedimenti autorizzativi il Sindaco del comune che ospita l’impianto, avvalendosi dei poteri conferitegli dal Regio decreto 27 luglio 1934, n. 1265, può porre precise prescrizioni a tutela della salute dei cittadini ;

che nel “Rapporto 2011” da poco pubblicato dall’Osservatorio Ambientale per Torrevaldaliga Nord della Regione Lazio, si evidenzia, con qualche differenziazione tra uomini e donne e tra residenti a Civitavecchia e nell’area limitrofa, (escludendo le ospedalizzazioni) un eccesso di mortalità per tumore del polmone, della pleura, della trachea, dei bronchi, del fegato e del rene, nonché un eccesso di mortalità per infezioni acute delle vie respiratorie e per malattia dell’apparato genito-urinario;

che, inoltre, nella ricerca commissionata da Greenpeace a SOMO, istituto di ricerca indipendente no profit, i cui dati sono stati riconosciuti come conformi alla realtà dal Tribunale di Roma, si evidenzia che “la produzione termoelettrica a carbone di Enel è causa, in Italia, di una morte prematura al giorno e di danni al Paese stimabili in circa 2 miliardi di euro l´anno; mentre in Europa quella stessa produzione causa quasi 1.100 casi di morti premature l´anno e danni per 4,3 miliardi di euro.”

che nei documenti relativi alla domanda di rinnovo dell’AIA l’ENEL spa ha, con arrogante impudenza, richiesto tra l’altro,:

–        limiti emissivi per il monossido di carbonio di 150 mg/ Nm3 in deroga al limite di  50 mg/Nm3 prescritto nel prescritti nel BREF sui grandi impianti di combustione (Large Combustion Plants);

–        l’utilizzo di carbone con contenuto di zolfo < 1%;

–        L’autorizzazione a bilanci di massa (per il carbone ma anche per urea,acqua industriale e calcare, NON CONFORME e NETTAMENTE SUPERIORE a quello autorizzato  per il medesimo impianto con decreto MAP 55/02/2003 e successive integrazioni, inficiando, di fatto, quasi totalmente la riduzione da quattro a tre gruppi;

–        la riservatezza per i dati contenuti nella scheda B della documentazione per la richiesta del rinnovo Aia, relativa a “Dati e notizie sull’impianto attuale” e comprensiva dei risultati del monitoraggio in continuo delle emissioni al camino.

che dette richieste costituiscono un aggravio inquinante che numerose evidenze scientifiche dimostrano avere ulteriori pesanti ricadute sulla salute della popolazione;

Considerato:

che L’Agenzia Europea per l’Ambiente, sulla base di numerosi studi di altissimo livello, ha reso noto che l’esposizione outdoor anche a bassi livelli di ossido di carbonio provoca un aumento dei ricoveri ospedalieri per scompenso cardiaco, di angina ed infarto cardiaco, di attacchi ischemici transitori ed ictus cerebrali,  di infezioni respiratorie e di visite per malattie dell’apparato respiratorio (in particolare la brocopneumopatia cronica ostruttiva, BPCO) e che questi gravi effetti sulla salute persistono anche a livelli molto bassi di CO ed indicano che non esiste una soglia sotto la quale respirare questo gas tossico non crea problemi all’essere umano. In particolare detti studi evidenziano che la relazione tra esposizione al CO e la mortalità è di tipo lineare  vale a dire che la mortalità aumenta in proporzione  all’aumentare dei livelli di questo inquinante.

che l’esposizione acuta e cronica a ossidi e biossidi di zolfo, sia in Europa e negli USA, è associata ad aumenti della mortalità per cause non accidentali e ad incrementi del ricorso al ricovero ospedaliero per crisi asmatiche e riacutizzazione della broncopneumopatia cronico-ostruttiva.

Che nel sito di Arpa Lazio (http://www.arpalazio.net/main/aria/doc/salute/SO2.php) si legge che “A sostegno di una responsabilità diretta dell’SO2 nel causare danni alla salute umana va ricordato che a Hong Kong un importante studio di intervento nel 1990, ha dimostrato che la riduzione dello zolfo a meno dello 0.5% negli oli combustibili ha ridotto la concentrazione dei solfati da 44 μg/m3 a 21 μg/m3 con una riduzione del 2,1% della mortalità entro un anno.”

Che Il Sindaco è il primo responsabile della salute dei cittadini e che, nel caso del comune di Civitavecchia, comune ospitante la centrale a carbone di Torrevaldaliga Nord, lo stesso ha grosse responsabilità anche nei confronti dei cittadini del comprensorio che subiscono le ricadute sulla salute di detto impianto

CHIEDONO

Al Sindaco di Civitavecchia, avv. Pietro Tidei che in sede di conferenza dei servizi per il rilascio dell’AIA della centrale di Torrevaldaliga Nord, pretenda la conferma delle prescrizioni del decreto Via 680/2003 (realizzazione parco serbatoi, allontanamento scarico della pescicoltura, sistema di manipolazione carbone in depressione etc.) nonché una esatta calendarizzazione per la celere ottemperanza delle stesse, che si evidenzia essere condizione imprescindibile all’esercizio dell’impianto e, avvalendosi dei poteri di cui al Regio Decreto 27 luglio 1934, n. 1265, ponga, oltre ad altre che riterrà opportune, le sotto elencate prescrizioni a tutela della salute della popolazione :

–        Rispetto dei limiti emissivi per il monossido di carbonio (CO), come attesi con l’utilizzo delle migliori tecnologie disponibili e prescritti nel BREF sui grandi impianti di combustione (Large Combustion Plants), di 50 mg/Nm3;

–        Utilizzo di carbone con contenuto in zolfo non superiore allo 0,3% come prescritto dall‘art. 6 delle Norme di Attuazione del Piano di Risanamento della Qualità dell’Aria della Regione Lazio;

–        Rispetto dei flussi di massa come prescritti ed autorizzati con Decreto MAP/2003, con particolare riferimento al quantitativo di carbone utilizzabile, anche al fine di non inficiare la riduzione della centrale da quattro a tre gruppi;

–        Rispetto delle ore di funzionamento come autorizzate con Decreto MAP/2003;

–        Adeguamento del rendimento dell’impianto a livelli previsti dal BREF LCP e fissati nell’intervallo tra il 43 e il 47%;

–        Desecretazione e pubblicazione dei contenuti relativi alla scheda B della documentazione per la richiesta del rinnovo Aia e relativa a “Dati e notizie sull’impianto attuale” comprensiva dei risultati del monitoraggio in continuo delle emissioni al camino.

 

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